
LA MISTERIOSA STORIA DI ODERISI DA GUBBIO
La vita misteriosa di questo importantissimo artista miniaturista eugubino. Infatti non ci sono documenti ufficiali che attestino il luogo di nascita di Oderisi di Guidone da Gubbio, ma si stima che sia nato intorno al 1240 nella città di pietra e sia morto a Roma nel 1299.
Misteriosa la vita di questo importantissimo artista miniaturista eugubino. Infatti non ci sono documenti ufficiali che attestino il luogo di nascita di Oderisi di Guidone da Gubbio, ma si stima che sia nato intorno al 1240 nella città di pietra e sia morto a Roma nel 1299.
Esistono molte testimonianze documentarie che confermano la presenza di Oderisi a Bologna nel 1268 circa, ma è ancora difficile attribuirgli opere e lavori con certezza. Tuttavia, studiosi e storici dell’arte hanno ipotizzato che fosse uno dei principali illustratori dei manoscritti per lo Studio bolognese, attivo anche a Gubbio, avendo rintracciato in alcuni codici miniati lo stile e la scuola dell’artista.
Oderisi da Gubbio, inoltre, si distingue come una figura di rilievo nel panorama artistico e culturale del Duecento. Il suo stile, difatti, che si ispira all’arte bizantina e romanica, sarà successivamente confrontato con quello più innovativo e aperto agli influssi gotici e forse alla pittura giottesca di Franco Bolognese.
In nessuna opera però è apposta la sua firma. Da qui la problematica dell’assegnazione certa.

Nonostante le difficoltà di attribuzione dei suoi lavori, gli sono state comunque attribuite opere come il Digestum infortiatum di Giustiniano, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Torino; la Bibbia di Corradino, nella Walters Art Gallery di Baltimora (ms. W 152); il Salterio 346, presso la Biblioteca Universitaria di Bologna; e una Bibbia della Biblioteca Apostolica Vaticana (Vat. Lat. n. 20).
In nessuna opera però è apposta la sua firma. Da qui la problematica dell’assegnazione certa.
I superbi
La figura leggendaria del miniatore Oderisi da Gubbio è stata celebrata da Dante Alighieri, il quale ha avviato una vera e propria questione storiografica sul suo lavoro.
E’ proprio Dante, infatti il primo a riconoscere la miniatura come un’arte a sé e a descriverne la portata. Ed è proprio utilizzando il termine illuminare, anziché miniare, sulla carta che Dante conferisce lustro all’arte del miniatore.

Nella prima cornice del Purgatorio, Dante incontra i superbi, costretti a camminare in cerchio sotto il peso di enormi massi, mentre recitano il Padre Nostro. Oderisi da Gubbio, riflette sul fatto che la fama, da lui ricercata in vita, è destinata a svanire tra gli uomini.
“Non se’ tu Oderisi,
l’onor d’Agobbio e l’onor di quell’arte
ch’alluminar chiamata e’ in Parisi?”.
“Frate”, diss’elli, “più ridon le carte
che pennelleggia Franco Bolognese;
l’onore è tutto or suo, e mio in parte”.
Con queste parole nel canto XI del Purgatorio, Dante assegna alla città di Gubbio il primato duecentesco nella attività amanuense e ad Oderisi il riconoscimento pubblico del suo genio.