Le “Belle Romane” di Palazzo Chigi, raccontano il seicento.

Palazzo Chigi ad Ariccia non è solo un capolavoro architettonico del Barocco, ma una vera e propria capsula del tempo che ha conservato intatta l’atmosfera e gli arredi originali. Gran parte del suo fascino è racchiuso nella sua ricchissima quadreria, dove spiccano le celebri collezioni di ritratti che immortalano la società romana del Seicento, un vero e proprio “social network” dell’epoca.
Il nucleo più affascinante, che testimonia la sensibilità estetica del tempo e il potere della famiglia, è la Galleria delle Belle Romane.

    
       

Palazzo Chigi ad Ariccia non è solo un capolavoro architettonico del Barocco, ma una vera e propria capsula del tempo che ha conservato intatta l’atmosfera e gli arredi originali. Gran parte del suo fascino è racchiuso nella sua ricchissima quadreria, dove spiccano le celebri collezioni di ritratti che immortalano la società romana del Seicento, un vero e proprio “social network” dell’epoca.

Il nucleo più affascinante, che testimonia la sensibilità estetica del tempo e il potere della famiglia, è la Galleria delle Belle Romane.


Il Committente: La Visione Estetica del Cardinale Flavio I Chigi

Flavio I, uomo di immensa ricchezza e potere, non commissionò solo opere di architettura monumentale, ma anche una vasta collezione di dipinti che celebrassero il clan Chigi e la sua cerchia. Tra queste, la serie della “Belle” è la più iconica.

La “Galleria delle Belle Romane”

Commissionata dal Cardinale Flavio Chigi a partire dal 1672, la serie di ritratti aveva lo scopo di decorare una stanza specifica del palazzo (detta la Stanza delle Belle) e celebrare le donne più affascinanti, nobili o socialmente rilevanti della Roma dell’epoca.

  1. L’Artista Designato: Gran parte di questa serie fu affidata a Jacob Ferdinand Voet (Anversa 1639 – Parigi 1689), un ritrattista fiammingo di grande successo a Roma, noto per la sua capacità di catturare la bellezza con uno stile raffinato e penetrante, spesso focalizzato sull’eleganza degli abiti e l’intensità dello sguardo.
  2. I Soggetti: Inizialmente composta da circa 37 dipinti, la collezione non era un semplice elenco di dame, ma una galleria di trend-setter ante litteram. Si ritiene che le ispiratrici della serie fossero figure di spicco come le celebri sorelle Maria e Ortensia Mancini, nipoti del Cardinale Mazzarino, la cui mondanità era al centro dei pettegolezzi europei.
  3. Il Contesto: La Gallerie delle Belle Romane non è solo un documento di moda e bellezza, ma un’espressione della cultura barocca. I ritratti mostrano la ricchezza dei tessuti, le elaborate acconciature e l’ostentazione tipica del Seicento, ponendo Ariccia come un centro di raffinata cultura artistica, in linea con i salotti più esclusivi di Roma.

Le Gallerie Complementari: Mondanità e Segregazione

L’interesse dei Chigi per la ritrattistica non si esaurisce con le “Belle”. Palazzo Chigi offre un contrasto tematico che documenta la complessità sociale dell’epoca:

La Stanza delle Monache

A fianco della mondana Galleria delle Belle, il Palazzo custodisce la meno nota ma altrettanto importante Stanza delle Suore. Questa sala espone i ritratti delle donne della famiglia Chigi (e della cerchia papale) che scelsero la vita monastica, adempiendo così agli obblighi religiosi della nobiltà.

Questa dualità — la bellezza mondana vs. la devozione monastica — documenta la strategia familiare: mostrare sia la capacità di influenza a corte (le “Belle” come simbolo di prestigio sociale) sia la pietà religiosa (le “Monache” come dimostrazione di fervore spirituale).

La Ritrattistica Dinastica

Oltre a questi nuclei tematici, il Palazzo Chigi espone un’ampia serie di ritratti di famiglia che tracciano la storia della dinastia attraverso i secoli, con opere eseguite da artisti di rilievo (come i ritratti di Flavio Chigi attribuiti a Giovanni Maria Morandi o le opere di Carlo Cesi e Francesco Trevisani).

La collezione di ritratti a Palazzo Chigi è strettamente legata alla figura del Cardinale Flavio I Chigi (1631-1693), nipote di Papa Alessandro VII e principale mecenate della trasformazione del feudo di Ariccia tra il 1664 e il 1672, in collaborazione con Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana.


Una Collezione Vulnerabile ma Recuperata

Il destino della Galleria delle Belle fu travagliato: nella notte tra il 3 e il 4 marzo 1986, la raccolta fu decimata da un clamoroso furto di ben 20 ritratti.

Grazie all’impegno delle istituzioni e dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC), molti di questi capolavori sono stati fortunatamente recuperati negli anni successivi e riacquisiti, un lavoro di ricostruzione storico-artistica fondamentale che ha permesso di conservare l’integrità narrativa delle sale di Ariccia.

Oggi, la collezione di ritratti di Palazzo Chigi non è solo un’attrazione artistica; è un documento storico che offre uno sguardo diretto sui volti, le mode e gli intrighi dell’aristocrazia romana del Barocco, sotto l’occhio vigile del suo grande mecenate, il Cardinale Flavio I.

    
       

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