THE NUTCRACKER, IL PRINCIPE “SCHIACCIANOCI” SIMBOLO DI SPERANZA DI QUESTO NATALE.
Questo Natale verrà ricordato come il Natale più difficile dal dopoguerra ad oggi. Un Natale in cui i cupi sentimenti della tristezza e della solitudine aleggiano sopra di noi, come i topi malvagi nella favola dello Schiaccianoci (The Nutcracker).
Molti di noi hanno sicuramente avuto in casa un giocattolo a forma di soldatino, con colbacco e dentoni sporgenti: lo Schiaccianoci, ma non tutti forse sanno che la sua storia, dalle origini antiche, narra di un’amore tra due giovani e del loro coraggio nel combattere i malvagi, metafore delle paure che albergano dentro di noi.
La favola, nata nel 1816 grazie a Ernst T. A. Hoffman, racconta le avventure della piccola Clara che aiuterà l’amato Hans a liberarsi dal terribile maleficio della Topo-Regina che lo ha trasformato in un principe giocattolo, lo schiaccianoci, appunto, fino a quando non distruggerà il Topo-Re e troverà una gentile fanciulla che lo saprà amare a dispetto del suo aspetto.
I due lotteranno contro i topi-sudditi per riprendersi i loro dolci e i loro giocattoli, calandosi in un mondo incantato in cui tutti i giocattoli della piccola Clara prendono vita, aiutando i due a superare ogni difficoltà.
Alla fine potrà l’amore salvarci dai “topi cattivi” che continuano a popolare i nostri incubi?
La rappresentazione è stata poi ripresa e trascritta in numerosi libri e, successivamente, da una sua interpretazione scritta da Alexandre Dumas è nato il balletto che ha reso la storia di Clara e dello Schiaccianoci immortale.
Con i suoi costumi colorati, la colonna sonora onirica del compositore russo Peter Čajkovskij e le memorabili coreografie del maestro Marius Petipa “Lo Schiaccianoci” è rappresentato ormai in ogni angolo del mondo.
Per molti giovani è stata ed è tutt’ora anche la loro prima introduzione al mondo della musica classica e del balletto.
Negli anni si sono susseguite molte rivisitazioni, quella più particolare fu di George Balanchine che nel 1954 decise di dividere il balletto in due parti, seguendo la trama originale: la realtà e il sogno. Questa versione fu poi rappresentata dal New York City Ballet dove viene riproposto ogni anno per le festività natalizie, divenendo una vera e propria tradizione statunitense.
Una delle parti più conosciute del balletto è la Danza russa, insieme al famoso Valzer dei fiori, come pure la Danza della Fata Confetto, personalmente a me piace più di tutte la danza dei fiocchi di neve, in cui il corpo di ballo muovendosi armoniosamente, sembra simulare il movimento della neve quando scende dal cielo adagiandosi dolcemente al suolo.
Questa fantastica storia di un soldatino di legno che prende vita, ha deliziato il pubblico per oltre 125 anni rivivendo anche in chiave moderna, grazie al genio di Walt Disney che ripropose fedelmente le musiche di Čajkovskij nel film d’animazione “Fantasia”.
Ma lo Schiaccianoci, non è solo danza e musica è una storia incredibilmente attuale che parla di sogni, di speranze e di paure: siamo diventati chi avremmo voluto essere o i nostri desideri di bambini sono rimasti chiusi in un cassetto?
La favola rappresenta un collegamento fra passato e presente, fra desiderio e realtà che può farci rivivere i magici momenti di spensieratezza dell’infanzia e spingerci tutti a dare un’occhiata in quel cassetto e decidere, magari, di dare vita ad un sogno irrealizzato.
Proprio in questo anno così difficile che ora sta per terminare, in cui abbiamo dovuto accantonare tanti nostri desideri, non c’è nulla di più attuale dello Schiaccianoci per rappresentate le nostre ansie e le nostre paure.
Questa favola ci ricorda ancora, che non si deve mai rinunciare a lottare per i nostri sogni e che questo Natale potrebbe diventare davvero una rinascita.