DA COSA DIPENDE L’INVASIONE DEL GRANCHIO BLU NELLE NOSTRE ACQUE

L’argomento è di interesse mondiale, ma mentre tutti guardano all’inquinamento, pochi sono quelli che guardano ad uno degli inquinamenti nascosti nelle tanche della zavorra.

    
       

L’argomento è di interesse mondiale, ma mentre tutti guardano all’inquinamento, specie quello che può provocare una petroliera con emissioni di gas nocivi come biossido di zolfo e di azoto e di anidride carbonica e, a quello molto più grave, di perdita del carico, pochi sono quelli che guardano, oltre a quest’ultima terribile evenienza, ad uno degli inquinamenti nascosti nelle tanche della zavorra.

Questa, per ottenere una certa stabilità della nave, quando viaggia in ballast, quindi senza carico, deve essere per forza imbarcata. Una super tanker che effettua viaggi tra i porti del golfo del Messico e il golfo Persico all’andata attraverso Gibilterra ed il Mediterraneo passa per il canale di Suez in zavorra caricata in Atlantico, quindi con organismi viventi nocivi di quella parte di mondo, è costretta a scaricare questa zavorra in altre acque, effettuando un vero e proprio inquinamento introducendo specie autoctone.

E’ stato accertato che una apparentemente innocua Medusa Pettine che abita estuari dagli Stati uniti alla penisola di Valdes in Argentina lungo le coste atlantiche ha causato notevoli danni nel Mar Nero. Introdotta nel 1982 si pensa che sia stata trasportata nel Mar Nero attraverso acqua di zavorra.

Non sorprende se i focolai di colera sia stati attribuiti alle operazioni delle navi. Le ricerche attuali indicano che il batterio responsabile del colera, il vibrio cholerae, può diffondersi attraverso l’attaccamento agli organismi marini nelle acque di zavorra. Erano tempi in cui la zavorra veniva caricata nelle tanche dove tempo prima era stato posto il carico di petrolio.

Prima di caricare petrolio greggio, queste tanche venivano lavate con acqua calda a pressione che, alle volte, non era sufficiente a detergere a fondo le pareti, così anche la zavorra veniva a contatto con residui di petrolio. I componenti del petrolio greggio, molto difficili da pulire, durano per anni nei sedimenti e nell’ambiente marino. Le specie marine costantemente a contatto con queste sostanze tossiche possono avere problemi di sviluppo ed anomalie riproduttive.

La Convenzione Marpol aveva previsto, con un certo anticipo, che tutte le petroliere di portata lorda superiore o pari a 600 tonnellate, consegnate a partire dal luglio 1996, dovevano essere costruite con doppio scafo o tecnologia equivalente. Quindi, dopo questa data sono state abolite le costruzioni monoscafo riguardanti le petroliere.

Era il 2015, dall’anno in cui fu stabilito che tutte le petroliere dovevano avere un doppio scafo per evitare inquinamenti accidentali da crude oil e prodotti petroliferi in generale nelle acque dell’Unione Europea. Così, il regolamento del 13 giugno 2012 n.530/Ue ha sostituito il regolamento n. 417/2002/Ce.

Il doppio scafo prevede la costruzione di due strati di superficie stagna sui lati ed il fondo della petroliera con una intercapedine di 50 cm in modo da evitare, dopo un urto accidentale sui fianchi della nave, una fuoriuscita di prodotti petroliferi.

Comunque, anche se oggigiorno abbiamo la zavorra segregata in tanche dedicate, rimane pur sempre il problema del suo ricambio.

Cap. S. Dir. di Macchina Vincenzo Bongiardina autore del libro:

IMBARCAZIONI E STORIE DI NAVIGANTI
Formato: 18X24 – brossura

Pagine: 586 con illustrazioni a colori
Codice ISBN: 978-88-947154-5-3
Anno di Pubblicazione: 2023
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