IL RIFUGIO
Una luce, forte, tinta di azzurro mi colpisce gli occhi, mentre una fresca brezza dal profumo di gelsomino mi soffia sul viso. Non ci sono più rumori, solo lo sciabordio delle onde che s’infrangono sul molo.
Una luce, forte, tinta di azzurro mi colpisce gli occhi, mentre una fresca brezza dal profumo di gelsomino mi soffia sul viso. Non ci sono più rumori, solo lo sciabordio delle onde che s’infrangono sul molo.
Ti ritrovo finalmente, mia Isola. Accoglimi ancora una volta come una madre affettuosa e paziente che ha atteso una figlia lontana, che ritorna a te coperta d’inverno e sporca di vita.
All’improvviso non avverto più le ansie e le preoccupazioni della mia quotidianità. Possibile sia bastato quel fugace profumo, quel fragore luminoso di acqua azzurra a riportarmi indietro…?
Eppure, ci siamo incontrate solo per caso, in un’estate di tanti anni fa.
Ti vidi per la prima volta: eri solo un ciuffo di alberi verdi in mezzo al mare. Ti sei lasciata scoprire con disarmante facilità: acqua limpida, terra generosa di viti e fiori, calda di sole… fresca di luna.
Non appena scendo dal traghetto riprendo l’auto e avvio il motore, dalla radio accesa si diffonde il suono delle canzoni dell’estate; una raffica di vento mi scioglie con forza i capelli che cominciano a danzare disordinati. “Mmmm.. che meraviglia!!” esclamo a voce alta mentre percorro le tue strade sinuose in direzione di Capoliveri. Ciccio, il mio amico gatto, è li che mi guarda dal suo trasportino; il traghetto lo stressa e ora anche lui sembra felice di essere all’aria aperta . Passo davanti a “ gli scoglietti” e poi Schiopparello, Acquabona… tutto è così familiare, mi guardo attorno per assicurarmi che nulla sia cambiato dall’ultima volta.
“Ciccio! Siamo a casa!”, grido in un crescente stato di esaltazione. “..inutile che mi guardi con l’espressione a punto interrogativo. Lo so che sei felice anche tu”. Ciccio smette di guardarmi e si raggomitola sul suo adorato cuscino giallo a pois neri, con sfrontata indifferenza, lasciandomi alle mie fantasticherie.
Passo l’incrocio della provinciale, davanti a me Porto Azzurro, a destra lo svincolo per Capoliveri, lo prendo e percorro ancora pochi chilometri verso la spiaggia di Barabarca.
Ecco, ci siamo, ancora pochi istanti e saremo davanti al cancello di casa.
Proprio mentre lancio un’ultima occhiata distratta nello specchietto retrovisore prima di rallentare, vedo la mia immagine riflessa, integrata nel paesaggio circostante, come se anch’io ne facessi stabilmente parte. Inaspettatamente mi rendo conto che, in fondo, è proprio così e che appartengo da sempre a questo luogo.
Mi sento euforica, è solo un attimo… è intenso, mi sento confusa e devo scuotere la testa per riacquistare lucidità. Istintivamente mi volto verso Ciccio che mi sta fissando intensamente con l’aria di chi ha sempre saputo quale fosse il mio posto, felice che io abbia finalmente compreso.
Mia Isola, mio rifugio, tra i tuoi alberi ed il tuo mare, ho trovato rifugio. Come la rosa che schiude i petali rilasciando il suo profumo e mostrando la sua vera bellezza, qui la mia anima trova le sue radici, sboccia e fiorisce.