“IL MONDO NEL 2025”- PARTE SECONDA: Il lavoro nella società italiana oggi …

Carissimi lettori come già accennato nel precedente articolo, la globalizzazione è quindi un fenomeno in continua evoluzione , inarrestabile e che tutto travolge, dalle culture etniche all’economia mondiale. In seguito a questo le società di ogni stato hanno radicalmente dovuto cambiare/adattare nuove strategie a livello economico e lavorativo.

IL MONDO DEL LAVORO IN ITALIA OGGI

Per quanto sia brutto dividere l’Italia in Nord, Centro e Sud è doveroso farlo per capire il concetto del lavoro. Il discorso è ampio lavorativamente parlando , mi limiterò a scrivere ciò che io sto vivendo qui in Lombardia (in una regione felice definirei , ma con problemi a prescindere dall’economia favorevole).

Parto dalla Costituzione che cita :

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro

Posto una citazione presa da : https://www.laleggepertutti.it/531793_articolo-1-costituzione-spiegazione-e-commento

Il lavoro ha una duplice funzione. Da un lato nobilita l’uomo, dall’altro contribuisce al miglioramento della società. Quando una persona lavora manda avanti sé e la propria famiglia, fa progredire l’azienda che lo ha assunto, l’economia della nazione, porta avanti il progresso di tutto il mondo, l’evoluzione dell’uomo stesso. Quindi, il lavoro del singolo è un bene per la collettività. Ma non solo. Il lavoro viene inteso come diritto per eliminare gli sfruttamenti e quelle forme di “dipendenza-schiavitù” spesso utilizzate, purtroppo non solo nel passato, per negare i diritti personali. In Italia, se non puoi lavorare non morirai mai di fame ma godrai di sussidi, di una pensione sociale, di un’assistenza sanitaria, di una casa popolare. Nessuno ti potrà mettere in galera se sei povero, nessuno ti potrà torturare, mortificare per strada; nessuno potrà costringere un bambino a lavorare per sfamarsi. Inoltre, riconoscere l’Italia come fondata sul lavoro esclude che la società possa stratificarsi in base ai privilegi, ai titoli nobiliari: guadagni per quanto lavori e, in base a questo, si determinerà il tuo tenore di vita. Insomma, il diritto al lavoro è lo strumento principale per garantire l’uguaglianza e la dignità delle persone. 

Ciò sopra scritto penso sia una bellissima descrizione di cosa è e di come sia importante lavorare. Tuttavia la realtà odierna non è così , anzi a dir l’onor del vero ci sono parecchie controversie in Italia non soltanto sulla questione lavorativa , ma anche sulla sovranità e le continue discussione delle leggi europee che molte volte vanno in contrasto con quelle italiane (quindi ?)… Ora non tocco argomenti politici , ma vorrei condividere con voi la mia personale esperienza. Io abito in Lombardia dove l’economia è stabile e il lavoro anche se non a tempo indeterminato lo trovi bene o male sempre (a patto che si abbia voglia di fare anche lavori non inerenti alla propria esperienza). Scrivo i principali elementi che mi han dato pensiero per anni (ovviamente niente di tutto ciò che esprimerò è da ritenersi assoluto, ne un giudizio , ne una presa di posizione, solo pensieri che potrete andare a vedere voi stessi nelle fonti pubbliche se vi interesserà) :

  • Se in una media statistica ogni anno ci sono disponibili solo 10000 posti di lavoro per ragionieri (un esempio ovviamente) perchè farne uscire un milione l’anno ?
  • Un giovane si diploma a 19 anni , nelle richieste lavorative in molteplici casi si richiede esperienza nel settore anche in figure Junior ??? Come può essere possibile , però la richiedono.
  • Se si sta a casa per via di una fine contratto o altro bisogna iscriversi al Centro impiego e si è obbligati a fare Corsi di formazione. Perfetto , il problema è che molte volte i corsi sono di una mansione mai svolta (e purtroppo non puoi rifiutarti altrimenti perdi Naspi o qualsivoglia sostentamento da parte dello Stato), sono poveri di contenuti o peggio ancora , non si possono frequentare in presenza e quindi si fa tanta teoria , ma nessuna pratica (tipo corsi operatore Caf o simili).
  • molte grandi aziende adoperano il così chiamato TURN OVER cambiando spesso dipendenti e assumendoli per max un anno dopo di chè a casa per via di forti risparmi economici o vantaggi fiscali come risparmio tasse e conseguente aumento di introito. Questa è solo una delle manovre che un azienda può adoperare (Cooperative ,contratti colf e altro non pagano nemmeno la malattia o le ferie) , ve ne sono altre anche più severe e lo Stato non interviene quindi si andrà avanti così …
  • altra cosa che mi fa pensare è : se un giovane esce dal diploma a 19 anni e ne deve fare attualmente 43 lavorativi per andare in pensione (62 anni totali se lavora tutti gli anni di seguito però) e calcolando che a 67 anni (attuali ci va pure chi non ha lavorato) qual’è il vantaggio per un giovane di pensare alla pensione ? (io consiglierei subito di comprarsi una casa e poi diventare un esperto in risparmio e gestione familiare). Sopratttutto è difficilissimo che lavori tutti gli anni di seguito sempre per via di lavoro a intermittenza con agenzie per il lavoro , Cooperative o aziende con turn over , quindi la vedo dura che esce da scuola e inizi a lavorare con la sicurezza di avere un lavoro a tempo indeterminato.

Quindi che dobbiamo fare : VIVERE PER LAVORARE CON LA SPERANZA DI RIUSCIRE A CRESCERE UNA FAMIGLIA 👪 E LA SPERANZA DI TROVARE LAVORO DI VOLTA IN VOLTA ?

A voi la curiosità , l’opinione è personale ed ognuno la vede in maniera differente , non aggiungo altro e spero di esservi stato utile in qualche modo.

    
       

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